Guida autonoma, a che punto siamo arrivati?
Assistita non significa autonoma. Ok, fino a qui ci siamo tutti. La confusione è invece molto grande quando si usano questi due aggettivi accanto alla parola "guida". Capita infatti molto, troppo spesso, che si definiscano a guida autonoma automobili che offrono sistemi di ausilio al guidatore, ma che di fatto non sollevano chi è al volante dalle proprie responsabilità. A questo proposito è bene mettere subito in chiaro che attualmente non ci sono macchine in commercio che si possano definire autonome. Né potrebbero esserci, visto che al momento non è ancora stata varata una normativa in merito, in nessuna parte del mondo. Tuttavia esistono delle grandissime differenze tra ciò che i vari Costruttori offrono. E sono proprio queste differenze che andremo a spiegare nelle righe qui sotto, "classificando" i modelli più evoluti all’interno delle prime due categorie della griglia messa a punto dal SAE (un’associazione mondiale che raggruppa circa 130.000 ingegneri e tecnici impiegati nel campo automobilistico e aerospaziale). Tutti i dettagli in merito a questa classificazione ve li abbiamo già dati, riassumiamo qui il motivo per cui non si va oltre lo step Two: al momento non sono ancora in vendita tecnologie capaci di svolgere – in autonomia – manovre specifiche in risposta ad eventi (ostacoli improvvisi, cambi di direzione dei veicoli vicini), né di svoltare e cambiare corsia senza che l’essere umano dia un input di qualsiasi genere.
Fatta la regola, trovata l’eccezione: come era facile prevedere, "incasellare" oggetti complessi come le automobili moderne dentro una griglia predefinita è un esercizio difficile, per non dire impossibile. Cominciamo dunque dalla "ribelle" numero uno (se non altro, in ordine di lancio commerciale), ovvero l’ultima Mercedes Classe E, che soddisfa tutti i requisiti dello step Two, più uno del Three: la capacità di cambiare corsia, per sorpassare, gestendo autonomamente acceleratore e sterzo; per essere pienamente al terzo livello le manca però la capacità di farlo senza input dell’uomo (è necessario infatti inserire l’indicatore di direzione). Ribelle numero due è la Volvo V90 (e S90): in questo caso, la capacità "superiore" ce l’ha il Pilot Assist che non solo mantiene la velocità impostata e la distanza di sicurezza dai veicoli che precedono – cosa che fanno tanti altri cruise control attivi – ma è in grado di modulare la velocità in base ai limiti (leggendo i cartelli) e di seguire eventuali curve agendo sullo sterzo, senza essere "agganciata" a un veicolo che precede (a differenza, per esempio, del SUV XC90).
Cruise control adattivo (capace cioè di tenere in automatico la distanza di sicurezza), sistema di mantenimento della carreggiata (con intervento di correzione della direzione sullo sterzo o sui freni; non vengono dunque considerati gli avvisi sonori) e frenata automatica d’emergenza: auto dotate, di serie o a pagamento, di tutti questi sistemi rientrano, sempre secondo lo schema SAE, nel livello Two. Quali sono? Moltissime, per fortuna.
Ford:Edge, Mondeo, Mondeo Vignale, S-Max (anche con riconoscimento pedone), Galaxy (anche con riconoscimento pedone)